Aquila D’Oro
A 500 metri di altitudine in un piccolo Comune della Grande Italia, quella che si distingue per serbare in sé una propria storia in ciascun villaggio, troviamo Aquila D’Oro. Il locale è aperto da cinquant’anni come trattoria e bottiglieria, luogo di atavici canti, parole e di buon cibo. Trattoria di paese, insomma, di alta collina o di montagna, come direbbero qui. Montagna: per il senso di lontananza dal traffico e dagli affanni delle città. Montagna: perché quassù si respira aria riposante e serena. Dal 2006, anno in cui Plinio Bossio, figlio di Graziella Peracca - titolare della trattoria - assume la responsabilità della cuci na, Aquila D’oro muta in qualcosa di diverso: un ristorante. Paesano, rustico finché si vuole, ma Ristorante. Aquila D’oro sosta alle porte del paese, tre casolari attorno, due collinette da cui si scorge il lago di Como. Il segnale è, mirum dictu, il cartello che rappresenta un indiano ed il suo gufo. Dentro, pareti dipinte di arancione e sassi; soffitto di legno in questa costruzione che fu caserma della Guardia di Finanza. Camino in pietra e fotografie in bianco e nero che rappresentano contadini al lavoro, come si produce il formaggio, i salumi. Sono gli stessi personaggi incontrati al bar. Tavoli e sedie in legno scuro e tovaglie minimali per farli trasparire. D’estate si mangia anche nella veranda esterna con bella vista sulla vallata.
Cosa si mangia
Plinio Bossio è cuoco , ragioniere se volessimo indagare, ha frequentato alcuni dei migliori ristoranti lombardi al tavolo e tra i fornelli, ma il suo stile è l’altissima qualità dei prodotti rurali, e non per “sentito dire”, ma per vera conoscenza della qualità di ogni singolo cibo. In cucina quindi solo prodotti nostrani: la famiglia alleva quattro suini a castagne, patate, mele e zucchine. Quando arrivano nel piatto sotto forma di salume (salame, mortadella di fegato, cotechino, pancetta o lardo) o preparazione gastronomica, la differenza è evidente. Le uova hanno la medesima origine, i formaggi sono affinati da Plinio stesso. Si percepisce nei gnocchi di patate locali, conditi con un ristretto di ricotta, basilico e salsa di pomodoro; diventa evidente con i gnoc col cügià: pastella morbida di farina e acqua, che s’immerge nell’acqua bollente e da cui si traggono gnocchi conditi con formaggi locali, burro chiarificato, erbe selvatiche e aglio. Poi ancora pappardelle con il cinghiale o la pasta di grano saraceno e farina 00 conditi con burro fresco di panne, salvia, rosmarino e formaggio d’alpe. Rigore mantenuto nei secondi piatti con l’agnello baciciò (a metà tra l’umido e l’arrosto), i bocconcini di cinghiale brasato con vino lariano, il coniglio alla contadina (accomodato in tegame con salsa di pomodoro, verdure e brodo) con polenta. A terminare le crostate e i dolci, preparati da Graziella e Plinio.
Cosa si beve
Buona cantina prevalentemente composta da vini rossi valtellinesi. Tuttavia non mancano etichette toscane e siciliane. Ma i vini che vanno per la maggiore sono proprio quei pochi lariani, pro- posti con entusiasmo da Plinio Bossio.
Fiore all'occhiello
Passione per la propria terra d’origine, al di là delle mode. Questo dovrebbe essere il piacere di accomodarsi in un ristorante. Qui lo si trova.
Titolare:
Graziella Peracca
Chef:
Plinio Bossio
Maitre:
Apertura:
a pranzo e cena
Chiusura:
martedì, tranne agosto
Ferie:
ultima settimana di settembre e prima di ottobre
Coperti:
55
Parcheggio:
sì
Struttura accessibile:
sì
Accoglienza animali:
sì, di piccola taglia
Carte di credito:
tutte
Prezzo medio:
Come arrivare
da Como percorrere la SS 34 che costeggia il lago. In prossimità di Gravedona prendere la SP 4 per Peglio/Dosso del Liro.