La Capanna di Eraclio
È tra valli e canali, qualche metro sotto il livello del mare, generata dall’epopea e -va da sé- dai maschi sudori di eroici scarriolanti. Questa fascia di terra estorta alle sregolatezze del mare custodisce paesaggi onirici, case sparse come fiches fatte cadere sul tavolo di una roulette, il tempo immobile. Fermo al 1922, forse prima. O forse il tempo non esiste neppure qui. Di quelle fiches, una è un’osteria, era un’osteria per i mezzadri che lavoravano i campi appena conquistati al mare. E oggi, a quasi cent’anni dall’inaugurazione di Luigi e Maria Soncini è un luogo dove ci si innamora della cucina semplice e familiare, ma curata in ogni dettaglio. Le tre generazioni che hanno abitato questa capanna (quanto geniale la scelta del termine che indica intimità, calore, accoglienza) si sono limitate a serbare intatta la tradizione, a lavorare con onestà quanto di meglio si può trovare in queste lande preda di nebbie e zanzare. Fuori il pergolato di vigna, dentro il mondo altrettanto incantato delle fotografie in bianco e nero.
Cosa si mangia
Pesce e selvaggina di piuma delle valli. Piatti ancestrali, non toccati da velleitarie mode. Ma la regina è lei, l’anguilla. Anzi, l’Arost in Umad: scottata sulla griglia e poi passata in forno, arrotolata e steccata con aglio e rosmarino. Con polenta, che da queste parti è bianca. Con comprimari di tutto rispetto: dalla frittura di gamberetti di laguna o di moeche ai crudi iodati preparati con canestrelli od ostriche con seducenti giochi di consistenze. Le paste, neanche si possa pensare il contrario, sono perlopiù fatte in casa: poche concessioni alle mode anche su questo versante. E allora pappardelle che profumano d’uova vengono condite d’anatra selvatica, i sapidi tagliolini con verdure sottili e aragosta. I germani reali di caccia finiscono in padella rosolati con cipolla e Fortana rosso. Anche i dolci ci ricordano un glorioso passato fatto di zabaione e torta tenerina, gelato e ciliegie cotte nel vino rosso.Cosa si beve
Scritta a mano, come un registro d’epoca gelosamente custodito, ecco la carta dei vini. Puntuale elenco che si nobilita soprattutto con bianchi emiliani, veneti e friulani. Poi si arricchisce di Champagne e si completa con rossi che rappresentano prima di tutto la regione e via via si allargano ad altre realtà nazionali. Nei forzieri della memoria vi rimarranno i distillati.
Fiore all'occhiello
Uno scampolo autentico di attività proto industriale, pre-internauti, blogger e via dicendo. Quanto sono lontani i luccichii e i deliri di onnipresenza di certa ristorazione…
Titolare:
Famiglia Soncini
Chef:
Maria Grazia Soncini
Maitre:
Apertura:
dalle 12.00 alle 14.30 e dalle 19.30 alle 22.00
Chiusura:
mercoledì e giovedì
Ferie:
durante il periodo di fermo pesca, di solito dal 10 agosto al 10 settembre
Coperti:
25
Parcheggio:
sì
Struttura accessibile:
sì
Accoglienza animali:
sì
Carte di credito:
sì, tranne Diners Club
Prezzo medio:
intorno 50 euro