
Vivione 1
Vivione
Antica posta aperta negli anni Venti per il cambio di cavalli diretti ai prossimi passi montani, nel 1958 il semplice locale si trasforma in ristorante grazie all’intervento della famiglia Bernardi. La loro storia è lo specchio delle vicende di questa parte della Valle Camonica, legata com’è allo sviluppo industriale degli anni Sessanta e Settanta ed al recupero delle tradizioni agricole valligiane a partire dalla metà degli anni Novanta. Ampi saloni, anche per banchetti, ai piani rialzati e salette più intime a piano terra: per conoscere al meglio le doti de Il Vivione basta chiedere espressamente i piatti ed i prodotti locali. La lungimiranza dei due anfitrioni che si muovono tra i tavoli, i fra telli Mauro e Claudio, di smisurata ospitalità, è stata proprio quella di tenere ben salde le radici del proprio lavoro nella cultura dei luoghi intorno: orgoglio montanaro e tanta modestia. Le nuove leve intanto crescono con gli stessi criteri di serietà e garbo: i due giovani Michele e Paola, rispettivamente occupati in cucina e in sala, garantiscono un roseo futuro a questo ristorante che è uno storico caposaldo dell’ospitalità camuna. Una curiosità, le statue che punteggiano la grande rotonda antistante l’Albergo Ristorante il Vivione, i sentieri della Valle Camonica e le sale del locale stesso, sono state scolpite da Mauro, scultore oltre che ristoratore di grande sensibilità e pregio.
Cosa si mangia
Dal 1958 l’obiettivo della famiglia Bernardi è stato quello di portare in tavola il meglio della produzione locale, dando valore ad una cucina semplice e dai connotati rustici, legati al territorio. Ecco la norma che regge il lavoro anche di Mauro e Claudio. Tra gli antipasti la berna (carne essiccata di ovini allevati nella vicina valle del Sellero), il violino di pecora, la carne salada e gli asparagi selvatici raccolti in proprio sono pressoché introvabili altrove. Tra i primi le tagliatelle di farina di castagne spolverate con il formaggio locale (stael) e fiori di camomilla , i casoncelli conditi con funghi o ragù di selvaggina, i filanti gnoc de la cua ed il risotto al fatulì rappresentano meglio di ogni altra cosa la dose di amore della famiglia bernardi alla propria terra. Così tra i secondi chiedete il cuz (singolare bollito di pecora nato nel vicino territorio di Corteno Golgi) o piatti di selvaggina; in alternativa il coniglio disossato e ripieno o il delizioso guanciale di maiale in umido accompagnato dalla polenta di mais macinata con mole di pietra in Esine. Piatti che descrivono l’esperienza cinquantennale della cucina, tramandata di generazione in generazione e degni di descrivere un paesaggio, un territorio: risultato di intere vite passate a raccogliere notizie e prodotti per soddisfare la curiosità degli avventori.Cosa si beve
La proposta dei vini si adatta alle proposte culinarie che escono dai fornelli. Ben presenti i vini camuni, da pochi anni saliti agli onori delle cronache.
Fiore all'occhiello
Proprio tramite l’impegno a proporre alcuni formaggi, salumi e piatti locali, Mauro e Claudio Bernardi hanno saputo recuperare e mantenere tradizioni che parevano dovere scomparire. Tra questi il fatulì, formaggio di capra di razza Bionda dell’Adamello, originaria della Valsaviore, affumicato su bacche di ginepro, per il cui recupero Il Vivione è stato essenziale. Merito non da poco...
Titolare:
Claudio Bernardi
Chef:
Michele Bernardi
Maitre:
Apertura:
Chiusura:
lunedì sera
Ferie:
mai
Coperti:
250
Parcheggio:
sì
Struttura accessibile:
sì
Accoglienza animali:
sì
Carte di credito:
tutte
Prezzo medio:
Come arrivare
sulla SS 42 che porta da Brescia e Bergamo verso Ponte di Legno, il ristorante si trova all’imbocco della Valle di Paisco.